In un mondo tecnologico e iperattivo come il nostro, dove si ha sempre di più la necessità di contare su reti ad alta velocità e sulla condivisione dei dati, per un'azienda è quasi impensabile non poter contare sul cloud. Ma che cos'è nei fatti e come funziona questo sistema di organizzazione?
Solo una ventina di anni fa, se un titolare o un dipendente si trovava fuori dalla ditta di appartenenza, era impensabile andare a prendere un dato oppure un contatto nel data base. I computer esistevano già da diversi anni, ma Internet aveva fatto la sua comparsa da poco e Google poteva contare sì e no su un centinaio di pagine. Oggi invece il cloud, conosciuto anche più comunemente come cloud computing, è un sistema che fa parte della vita quotidiana e che permette non solo di organizzare e di immagazzinare i dati più disparati, come file musicali, agende, documenti e video, ma anche di poterli condividere in tempo reale non solo attraverso il computer, ma anche lo smartphone, il tablet e altri dispositivi tecnologici, anche se non ci troviamo fisicamente in una ditta e senza dover andare a scavare o a cercare nel data base, perdendo un mucchio di tempo.
Non solo: un altro grande vantaggio del cloud, che si ripercuote in modo positivo sulle imprese e su tutte le loro operazioni effettuate nel corso di una giornata lavorativa, è che non devono acquistare né tanto meno installare un software per immagazzinare i dati, perché basterà loro adoperare quello dell'azienda che ha messo loro a disposizione il servizio di cloud computing, come ad esempio i Tier 4 della Fastweb. Cosa sono? Si tratta sostanzialmente di due nuovi data center, che si trovano a Roma e a Milano e per i quali la Fastweb ha investito 25 milioni di euro, che raccolgono tutti i servizi ICT e i cloud sia delle ditte piccole-medie, sia delle ditte più grandi nonché della pubblica amministrazione, quindi scuole, uffici statali e via discorrendo.
Questi raccoglitori di dati, oltre ad essere molto efficienti, sicuri e potenti, hanno ottenuto il prestigioso certificato Tier IV dall'Uptime Institute di New York, che è in sostanza un'architettura composta da numerosi sistemi, ognuno separato e indipendente dall'altro, che non interrompe mai il servizio, nemmeno in caso di guasti o di manutenzione, e che funziona in modo autonomo anche in caso di mancanza prolungata di corrente, come può accadere ad esempio durante un black out dovuto ad una forte perturbazione meteorologica. A differenza degli altri Tier, che spaziano dall'I al III e che sono presenti un po' ovunque, ci sono soltanto 21 Tier IV in tutto il globo e, di questi, 8 si trovano in Europa.
I Tier IV, oltre ad essere in grado di funzionare anche in assenza di energia o in caso di guasti alle singole parti o di manutenzione da parte degli operatori specializzati, si distinguono dagli altri anche per la possibilità di fare operazioni pianificate di mantenimento, senza avere ricadute negative sulla funzionalità dell'impianto, nonché per la disponibilità di generatori, di un gruppo statico di continuità, noto anche come UPS, e di un pavimento mobile.
Un'altra caratteristica di questo tipo IV è che, in caso di spegnimento totale dell'impianto, peraltro facoltativo, i clienti vengono deviati in modo automatico su altri collegamenti per consentire loro di continuare a lavorare o di avere i dati sempre a disposizione, e tutto questa dover attendere la rimessa in funzione del data center.